
Tra la Val d’Elsa e le colline del Chianti
A pochi passi da Siena, in direzione di Firenze, si estende una bellissima regione ricca di storia e di una cultura culinaria che tutto il mondo ci invidia: stiamo parlando delle soleggiate e sinuose colline della Val d’Elsa e del Chianti.
Quest’area, insieme alla favolosa Val d’Orcia, racchiude tutta l’essenza della Toscana. I campi di grano, i vigneti del Chianti e gli antichi borghi in cima alle colline meritano assolutamente una visita.
Oggi vogliamo quindi portarvi in alcuni luoghi visitabili in una giornata che a nostro avviso devono essere inclusi nel vostro itinerario on the road della Toscana.
San Gimignano

Il borgo di San Gimignano si trova arroccato sulla cima di una collina in Val d’Elsa, a circa 40 Km da Siena.
Grazie alle sue mura duecentesche e alle sue caratteristiche torri che spiccano tra i bellissimi palazzi medievali, il borgo è stato dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco dal 1990.
Fino alla metà del Trecento questo luogo era una fiorente città commerciale. La via Francigena, che passa in mezzo agli edifici tagliando la cittadina a metà, portava a San Gimignano mercanti e pellegrini. Ed è proprio in questo periodo che le famiglie cittadine gareggiavano per costruire la torre più alta, come dimostrazione della loro ricchezza e potere.
Esclusa da questa competizione era solo la torre comunale, chiamata “la Rognosa”. Un regolamento del 1255 sanciva infatti che essa doveva rimanere la torre più alta della città.
Sarebbe bello poter tornare nel 1300 per vedere San Gimignano nel suo massimo splendore. All’epoca infatti la città contava circa una settantina di torri, mentre oggi se ne sono salvate purtroppo solo tredici.
In ogni antica via del borgo si nascondono bellissimi squarci architettonici mentre lungo le mura la vista spazia sul favoloso paesaggio collinare della Val d’Elsa.




I turisti sono attratti dai negozi di artigianato e dalle “boutique” alimentari che si affacciano sui vicoli; entrare è un peccato di gola, ma è impossibile non voler scoprire le prelibatezze di queste terre. Sono due in particolare i prodotti tipici della Val d’Elsa: la Vernaccia e lo zafferano.
La Vernaccia di San Gimignano è un vino bianco asciutto e saporito citato anche da Dante Alighieri nel XIV Canto del Purgatorio. In questo passaggio della Divina Commedia Dante si trova tra i Golosi e Papa Martino IV gli confessa di essere caduto troppo spesso in tentazione per la vernaccia di San Gimignano.
Lo zafferano invece è famoso per essere considerato l’oro giallo dell’alimentazione. Visto il suo valore economico infatti, capitava molto spesso che fosse utilizzato come moneta di scambio per il pagamento dei debiti. Pensate che per ottenere un chilo di questa spezia sono necessari circa 200 mila fiori!
Essendo un ricco centro abitato, a San Gimignano hanno lavorato molti artisti della scuola senese come Lippo Memmi e Puccio Taddeo di Bartolo. Essi, insieme a molti altri artisti, hanno abbellito con le loro opere il Duomo, il Palazzo del Popolo (oggi sede del museo civico), la chiesa di Sant’Agostino e gli altri palazzi che si affacciano sulle due piazze principali.
Il cuore della città medievale è senz’altro piazza del Duomo. Qui si aprono le porte dei palazzi più ricchi e si riescono a vedere da vicino le torri in pietra che si elevano verso il cielo. Di fronte al Duomo è visibile la torre “Rognosa” del Palazzo vecchio in cui viveva il Podestà. Sulla destra della piazza si vedono invece le due “Torri dei Salvucci”, ricchi mercanti guelfi che operavano come usurai. Proprio di fronte a quest’ultime si trovano le due torri rivali della famiglia ghibellina Ardinghelli. Essi erano degli abili finanzieri che avevano stretto molti rapporti commerciali in Lombardia e in Oriente.
Il punto più alto di San Gimignano è la piazza della Cisterna. Essa prende il nome dal grande pozzo di pietra a forma ottagonale posto in centro alla piazza. È la piazza del commercio, e qui si affacciano palazzi fantastici con le loro bifore trecentesche.
Su piazza della Cisterna si affaccia inoltre la torre del Diavolo. La leggenda racconta che il suo proprietario, di ritorno da un viaggio, la trovò più alta rispetto a quando era partito. Non trovando una soluzione per l’accaduto gli abitanti di San Gimignano decisero che l’unica spiegazione plausibile era che questo cambiamento fosse opera del diavolo!



Monteriggioni

Quando si pensa ad un castello medievale sotto assedio tutti ci immaginiamo inconsciamente il borgo di Monteriggioni, anche se non ci siamo mai stati.
Incredibilmente infatti, le antiche mura della città si sono conservate perfettamente e circondano le abitazioni proteggendole dall’inizio del 1200.
Il castello fu costruito dalla repubblica di Siena a scopo difensivo. Da qui infatti passava la via Francigena e il borgo, dominando la valle dal monte Ala, sorgeva in un ottimo punto per sorvegliare la Val d’Elsa e dello Staggia (in direzione della rivale Firenze).
Dal 1244 alla metà del Cinquecento Monteriggioni è stata sede di numerosi scontri tra Fiorentini e Senesi. Alle mura fu aggiunto anche la “carbonaia”, un solco contenente carbone pronto ad essere incendiato in caso di necessità. Successivamente, dal 1400 al 1500, con la nascita dell’artiglieria pesante, le mura furono interrate per resistere ai bombardamenti e incredibilmente resistettero.




Come fu per la mitologica città di Troia, anche Monteriggioni fu conquistata con l’inganno.
Nel 1554 il castello fu ceduto a tradimento dal capitano senese Zeti ai Fiorentini senza combattere. Questo episodio segnò di fatto la sconfitta della Repubblica di Siena e il termine dell’epoca comunale in Italia.
Oggi i vigneti e gli ulivi fanno da contrasto con le mura del castello rendendo il paesaggio circostante stupendo.
Fare una passeggiata nel borgo non vi porterà via più di un’oretta quindi, sazi di questa bellezza medievale, saltiamo nuovamente in auto in direzione del Chianti.
Le colline del Chianti


Parlando con un simpatico ristoratore di Siena del vino assaggiato a cena, siamo venuti a conoscenza di alcuni posticini molto carini dove da secoli viene prodotto il Chianti DOCG.
Seguendo quindi i suoi consigli ci siamo diretti verso Castellina in Chianti e Radda in Chianti. Questi paesi, insieme a Gaiole, costituivano un tempo l’antica “Lega militare fiorentina del Chianti” il cui emblema era il Gallo Nero. Questo simbolo è stato successivamente riutilizzato per identificare il vino Chianti Classico prodotto in questa zona. Inoltre, secondo il parere del ristoratore, se una bottiglia di Chianti non porta impresso il simbolo del Gallo Nero non è “vero” Chianti.
Il Chianti deve contenere tra il 75 e il 100% di uve Sangiovese. La restante percentuale è composta principalmente dai vitigni di Canaiolo e Colorino. Ogni azienda però cerca di rendere unico il suo prodotto, di conseguenza si possono trovare bottiglie con piccole percentuali di Cabernet Sauvignon o di Merlot.
L’area di produzione del Chianti DOCG è in ogni caso molto vasta, quindi i sapori non sono uniformi. Le variegate altitudini, i diversi microclimi e le differenti caratteristiche dei suoli giocano un ruolo cruciale nell’ottenimento delle caratteristiche organolettiche finali. Quello che è certo è che i 6500 ettari, da cui si ricavano ogni anno milioni di bottiglie di Chianti, costituiscono una tra le più belle aree vitivinicole del mondo!




Siviglia dietro le quinte

Ronda, la città sul baratro
Potrebbe anche piacerti

15 curiosità su Firenze
5 Luglio 2020
Street art a Torino: da città-fabbrica a città turistica e culturale
9 Ottobre 2021