
Street art a Torino: da città-fabbrica a città turistica e culturale
Dopo il successo dell’articolo precedente “Itinerari d’arte urbana a Torino”, vi porteremo di nuovo alla ricerca di opere di street art a Torino. Questa volta però, ci concentreremo sulle zone di Torino nate come tipici quartieri operai, che difficilmente vengono incluse in una visita alla città. Prima però, vi racconteremo brevemente la storia di questi quartieri e il ruolo che ha avuto l’arte urbana nel loro sviluppo.
Torino al tempo della FIAT
Dovete sapere che negli ultimi anni Torino ha subito un profondo cambiamento. Per gran parte del XX secolo, la presenza della FIAT ha influenzato anche la fisionomia dei quartieri e il paesaggio urbano. Allora Torino aveva una precisa identità: quella di città-fabbrica. Dagli anni ‘80, l’inizio delle delocalizzazioni industriali e il declino di competitività della FIAT portano la città a dover fare i conti con alcune problematiche. Da una parte, la gestione di un’area complessiva di 1 milione di metri quadri di aree industriali dismesse, come il Lingotto, simbolo della Torino operaia. Dall’altra parte, le vaste periferie degradate sviluppatesi tra gli anni Cinquanta e Settanta a causa del boom industriale e dell’immigrazione dal Sud Italia.
La trasformazione
Nel 2000 la città vara il piano strategico “Torino Internazionale”, che prevede 80 progetti di innovazione in moltissimi ambiti, come internazionalizzazione, imprenditorialità, ricerca, qualità urbana e turismo. La città investe in grandi eventi per attirare turisti. Nel 2006 sono state ospitate le Olimpiadi invernali mentre nel 2022 si terrà l’evento musicale Eurovision song contest. L’obiettivo è quello di passare da polo di riferimento per l’industria a città turistica e culturale.
Anche nelle periferie, la città avvia numerosi piani di riqualificazione urbana, pur scontrandosi con alcuni problemi ambientali e sociali. Durante le bonifiche, si verifica un ingente aumento di costo e durata dei cantieri, per aver sottovalutato il carico inquinante determinato da decenni di presenza industriale. Dal punto di vista sociale, risulta complesso rimuovere i problemi disoccupazione, povertà, emarginazione, dipendenza, che caratterizzano alcuni quartieri da decenni.
Nonostante le numerose criticità, Torino ha continuato a mettere in atto numerose politiche per rilanciare la città e le sue periferie. Tra queste, l’arte pubblica ha spesso giocato un ruolo fondamentale, trasformando alcuni paesaggi urbani, riqualificandoli e dando loro una nuova identità.
Le opere d’arte sparse per Torino sono moltissime. Venite a scoprirle insieme a noi nei quartieri di Torino sud attraverso itinerari in bici che abbiamo sviluppato per questa esperienza.
Quartiere San Paolo, Torino
Chi conosce Torino sa perfettamente che le sue strade sono organizzate a scacchiera. Invece, guardando la mappa qua sopra vi sarete accorti che la struttura stradale qui appare come la tela di un ragno. Questo perché la zona fu pianificata solamente a fine Ottocento, come quartiere operaio. Molti erano infatti gli stabilimenti presenti nell’area. La Lancia, ad esempio, è nata proprio qui.
Iniziamo la scoperta del quartiere con un edificio in via Millio 42. Si tratta di una scuola costruita tra gli anni Sessanta e Settanta per rispondere alla domanda formativa di questa popolosa zona industriale. In quegli anni, infatti, il boom delle nascite aveva richiesto la creazione di nuove scuole per dare ospitalità ai tanti studenti. Dopo la sua dismissione, nel 2013 è stata occupata e trasformata nella sede del CSOA Gabrio.
Sulla parete che si affaccia sul giardino pubblico, troviamo una divertente opera di Alessandro Calligaris. Un enorme mostro verde stringe in mano la Mole Antonelliana e terrorizza la città, come in una versione sabauda di King Kong. La cosa buffa è che in quest’opera Torino viene difesa da personaggi inusuali, come Supermario, Pinocchio, Paperino, un Puffo e Snoopie. Tutti dipinti in rosso e con il pugno sinistro sollevato.
Girato l’angolo, sulla parete laterale, notiamo un’opera di Dott. Porka, raffigurante un pistolero con un sombrero in testa.
All’ingresso del centro sociale è invece presente un murale a tema migranti, che ironizza sul nome di un noto politico italiano.
Noi abbiamo visto l’edificio solo esternamente (era chiuso), ma sappiamo che all’interno del CSOA c’è una vera e propria galleria di murales, sarebbe interessante visitarlo.


Zona Politecnico di Torino
Ci spostiamo in Via dall’Ongaro 6 A, dove troviamo uno scenario fantastico. MKE, Blef e Mr. Thoms hanno infatti rappresentato una realtà fiabesca, con simpatici animaletti circondati da ingranaggi colorati e casette di zucchero.
Lì vicino, in via Spalato 59 A , sulle pareti esterne dell’azienda Mycrom Art, l’opera di Truly Design ci ricorda un enorme fumetto. Diversi personaggi sono infatti riprodotti su sfondo bianco, nero e rosso. Si possono riconoscere il mitico Diabolik insieme a Eva Kant, Snoopy e il famoso Corto Maltese.



Arriviamo fino a corso Lione verso quello che un tempo era il muro di cinta della fabbrica Fiat Materferro. In un angolo, è rappresentata una rivisitazione in chiave futuristica del Quarto Stato di Pellizza da Volpedo. Si tratta dell’opera Sfiggy Invasion – Il quinto stato, di Alessio Bolognesi. Lungo corso Lione invece, tutto il muretto è occupato da un murale a tema mobilità sostenibile.




Da qui prendiamo corso Castelfidardo e raggiungiamo il Politecnico, dove io (Stefania) ho studiato ingegneria. Da pochi anni, i piloni dell’università sono decorati da murales che raffigurano le professioni legate a tutti i rami dell’ingegneria.
Anche sul muro di cinta del Politecnico, in corrispondenza del punto acqua Smat, è rappresentato un robot che prende vita da scritte colorate.

Millefonti - Lingotto, Torino
In sella alla nostra bici, torniamo indietro su Corso Mediterraneo e ci dirigiamo verso Sud-Est, fino a corso Bramante. I muri del cavalcavia sono abbelliti, da entrambi i lati, da numerose opere di arte urbana.











Percorriamo via Giordano Bruno verso Sud, fino a Piazza Galimberti. Qui ci soffermiamo a cercare le panchine e le varie installazioni realizzate nell’ambito del progetto Your Shutter – Creatività per il territorio. Abbiamo trovato due simpatici elefanti colorati.
Proseguendo su via Giordano Bruno, sulla sinistra ci imbattiamo nel social housing chiamato Buena Vista Residence. Tutta la facciata è stata dipinta dal writer Vesod, con una serie di figure geometriche colorate.
A qualche isolato di distanza, la parete esterna del locale Hiroshima Mon Amour è decorata da un’opera di Corn79 e Mrfijodor, a tema musica. Questo per richiamare la funzione del luogo, che ospita numerosi concerti ed eventi culturali.
Poco più avanti, sui muri di cinta della scuola Magarotto sono state realizzate diverse opere in memoria del writer Enak.




Mirafiori e Santa Rita
All’incrocio tra via Artom e via Candiolo troviamo un’opera sul tema della Resistenza. Il murale è infatti dedicato a Emanuele Artom, ebreo e partigiano morto sotto tortura nelle carceri fasciste nel 1944.


Attraversato il Parco Colonnetti, ci siamo diretti verso strada delle Cacce. In via Verga troviamo su un muretto un’opera in onore all’autore dei Malavoglia.
Proseguendo da strada delle Cacce, abbiamo raggiunto la scuola elementare Collodi. Che cosa potevamo trovare, se non un murale a tema Pinocchio? Qui infatti, il gatto e la volpe danno il benvenuto ai bambini all’entrata della scuola.

Dal lato opposto di corso Traiano, attraverso via Guala raggiungiamo il giardinetto che si trova tra le vie Passo Buole, Podgora e Casana. Qui troviamo un coloratissimo facocero realizzato dal writer argentino Rojo Roma, per il progetto PicTurin.


Attraversato corso Agnelli, ci troviamo nella zona di Mirafiori Nord. Ci dirigiamo al mercato coperto di via Don Grioli, in cui i pilastri sono decorati da murales realizzati dagli studenti del liceo artistico Cottini. Molte di queste decorazioni raffigurano le merci: frutta, verdura, pesce, ma anche cancelleria e fumetti.



Spostandoci ancora più a Nord percorrendo via Tripoli, raggiungiamo la scuola Antonelli all’altezza di via Filadelfia che ospita l’opera “Un soffio…” di Mr. Wany. Un anziano soffia su una polvere di stelle e, come per magia, prendono vita giocolieri, giostre e un castello delle fiabe e un treno volante.
Sull’altra facciata dell’edificio è disegnata una faccia cuoriforme da cui fuoriesce una la Mole Antoneliana, il simbolo di Torino.
Sul muro che delimita la scuola i ragazzi hanno poi disegnato diverse opere molto belle, alcune delle quali richiamano i programmi di studio.




Siamo molto soddisfatti di questo tour fatto tra le strade della nostra città, molti angoli non li conoscevamo molto bene e ci siamo resi conto di quanto colore c’è tra le vie di Torino.
Se come noi sei un appassionato dei murales ti invitiamo a commentare l’articolo e a condividerlo con i tuoi amici!
Ci vediamo al prossimo tour, a presto!

Rasiglia, l’antico borgo nato dall’acqua
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