
Il Caminito del Rey: da centrale idroelettrica a meta turistica
A pochi passi da Malaga si snoda un sentiero di quasi 8 chilometri capace di toglierti il fiato: il Caminito del Rey. Fino a qualche anno fa era considerato uno dei sentieri più pericolosi al mondo, ma una recente opera di restauro l’ha reso più agibile, portandolo a ricevere il Premio Europa Nostra per incentivare la tutela del patrimonio. Il sentiero attraversa la gola dei Gaitanes, un canyon naturale scavato dal fiume Guadalhorce che raggiunge i 700 metri di profondità. È formato da 2,9 km di passerelle e da 4,8 km di sentiero immerso nella natura. I due tratti del percorso sono uniti da un suggestivo ponte sospeso sul torrente.
Chiariamo subito una cosa: se soffrite di vertigini, questa gita non fa per voi. Ma se sognate di provare l’esperienza unica di camminare su passerelle costruite sul bordo di una parete rocciosa a 100 metri di altezza e avete in programma un viaggio in Andalusia, sicuramente ve lo consigliamo.
Attualmente, in seguito all’Emergenza Covid, è stato messo a disposizione un Tour Virtuale a 360° che ripercorre tutto il sentiero. Al fondo dell’articolo troverete il link per potervi godere la visita comodamente seduti sul vostro divano.








Come nasce il Caminito del Rey?
Il nome si deve al re Alfonso XIII, che lo inaugurò percorrendo personalmente le passerelle sospese sotto una pioggia torrenziale il 21 maggio 1921.
Non vi immaginate il Caminito del Rey come un semplice sentiero all’interno di un parco avventura. È molto di più. Oltre ad essere situato in un paesaggio mozzafiato, dovete sapere che è stato costruito per una ragione ben precisa. Serviva, infatti, per la manutenzione di un’importante opera idraulica. Per scoprire le origini e l’importanza di questo sentiero, occorre fare un salto nel passato all’epoca della diffusione delle centrali idroelettriche.
L’introduzione dell’elettricità applicata all’industria
Siamo agli inizi del XX secolo in Andalusia. Come nel resto dell’Europa e nel continente americano, la seconda metà del XIX secolo ha comportato un cambiamento radicale nella società spagnola. In Spagna, paese più arretrato rispetto al resto d’Europa, l’arrivo dell’elettricità viene considerato una vera rivoluzione nell’industria, nei trasporti e nella vita di tutti i giorni.
Nel 1873, dopo diversi test scientifici, la prima città spagnola ad utilizzare l’elettricità è Barcellona. In piena seconda rivoluzione industriale, si inizia ad utilizzare l’energia idrica per produrre energia elettrica, portando alla nascita dell’energia idroelettrica e alla costruzione delle prime centrali. L’energia idroelettrica inizia a sostituire carbone o gas, anche se questi non scompariranno completamente, in quanto utilizzati nelle centrali termoelettriche come preziosa fonte aggiuntiva di energia. Infatti, le risorse idroelettriche dipendono dalle precipitazioni. Date le frequenti siccità in Spagna, le centrali termiche continueranno a essere costruite per molti anni a venire. Nel 1893 Malaga ha sei centrali termiche con una potenza di 90 CV, mentre Cordova, Cadice e Jaén ne possiedono due, e invece ad Almería, Siviglia e Granada ne esiste solo una e a Huelva nessuna.
La comparsa nel 1903 di energia idroelettrica su larga scala rende possibile un nuovo boom nel settore, in quanto i costi possono essere ridotti, rendendo l’elettricità più accessibile e universale.
Rafael Benjumea Burín, Conde de Guadalhorce
Figura fondamentale nella storia di Malaga nel corso del XX secolo, l’ingegnere civile Rafael Benjumea Burín intraprende questa nuova strategia politica e sociale. È convinto che l’intensificazione dell’approvvigionamento energetico data dalla costruzione di una centrale idroelettrica porterà un rinnovamento industriale della città e un miglioramento dei servizi già esistenti. Malaga è la provincia ideale per questo potenziale sviluppo industriale grazie all’alta qualità del suo suolo e delle sue colture, costantemente minacciate dal regime irregolare di precipitazioni e dalle persistenti siccità.
La centrale idroelettrica El Chorro
La comparsa di centrali idroelettriche nel panorama sociale spagnolo dell’inizio del XX secolo rappresenta un grande progresso tecnico per l’ottenimento di energia elettrica senza dover ricorrere ai motori a vapore, che emettevano calore, rumorosità e inquinamento. I leader che gradualmente incorporano le nuove macchine idrauliche nelle loro strutture in quel momento diventano il riflesso del moderno imprenditore, preoccupato per i progressi della scienza.
La costruzione di dighe e centrali idroelettriche ha quindi le sue radici nella crescente necessità di nuovi servizi nei villaggi e nelle città, richiesti dal settore industriale, ma anche da quello dei trasporti. Grande interesse è mostrato, infatti, dalla famiglia Loring Heredia, proprietaria della linea ferroviaria Cordoba-Malaga costruita nel 1866. Jorge Loring Heredia ottiene la concessione per lo sfruttamento idroelettrico del fiume Guadalhorce. La supervisione dei lavori viene affidata a Rafael Benjumea, che realizza nel 1903 una centrale con un salto geodetico di 100 metri, insieme ad un sentiero per la sua manutenzione.
Oltre a fornire elettricità a Malaga, l’obiettivo della centrale idroelettrica El Chorro è anche quello di offrire i suoi servizi a un potenziale settore agricolo che, sebbene ancora inesistente, potrebbe svilupparsi nella regione grazie a energia elettrica di qualità a basso costo. Inoltre, permette a Malaga di potersi affidare ad una centrale idroelettrica nazionale, sostituendo le centrali a vapore utilizzate finora, una inglese e una tedesca.
L’impatto di questo progetto è enorme. Innanzitutto, fornisce energia elettrica di migliore qualità a prezzi imbattibili. Inoltre, i profitti generati permettono di acquistare la società belga di tram a Malaga e di finanziare la costruzione della grande diga di Guadalhorce. Grazie a quest’opera ampie aree della regione possono avere accesso all’irrigazione e Rafael Benjumea si guadagna il titolo di Conte di Guadalhorce, conferitogli dal re Alfonso XIII.
L'importanza del Caminito del Rey
Il Caminito del Rey ha avuto un ruolo chiave nella trasformazione del villaggio di El Chorro in un centro nevralgico all’inizio del XX secolo. All’inizio era solo una strada di servizio che permetteva di attraversare la gola di Gaitanes dalla sua riva destra, collegando la piccola diga di diversione con la centrale idroelettrica di El Chorro. Col tempo, però, divenne parte della vita quotidiana degli abitantidi El Chorro e dintorni. Molti abitanti della zona di Gaitanejo, ad esempio, lavoravano nella manutenzione del canale e della centrale elettrica, altri nella pastorizia e nell’agricoltura. Per tutte queste persone, l’apertura di questa strada di servizio, che si innalzava a quasi 100 metri dal fondo del canyon, rappresentava la possibilità di un accesso rapido e pratico al villaggio di El Chorro.
Inoltre, dopo il restauro del sentiero nel 2015, il Caminito rappresenta per la regione di Gaitanes una fonte di attrazione per numerosi turisti di tutto il mondo, appassionati di trekking e di arrampicata.
Visitare il sentiero
Non è facile raggiungere il Caminito del Rey soprattutto attraverso i trasporti pubblici (c’è solo un treno da Malaga e uno da Siviglia). Il nostro consiglio è quello di noleggiare un’auto a Siviglia o a Malaga dalle quali il Caminito del Rey dista rispettivamente due ore e un’ora.
Noi siamo andati in auto, abbinando questa escursione alla visita di Ronda e di Setenil de las Bodegas.
Per il tour guidato occorre prenotare diversi mesi prima, a causa del limitato numero di accessi al giorno. Se quindi vi interessa visitare questo canyon vi conviene prenotare i biglietti dal sito ufficiale.
Dalla strada principale troverete le indicazioni per il Caminito. Per raggiungerlo occorre attraversare un tunnel e un breve sentiero a piedi, che vi condurrà alla biglietteria. All’ingresso verrete divisi in gruppi e vi verrà consegnato un casco di protezione, una cuffia per i capelli e un’audioguida con auricolari. La nostra guida era un geologo che ci ha fornito (in spagnolo e in inglese) molte informazioni sulle rocce e sulla botanica ma anche sulla storia della centrale idroelettrica e aneddoti correlati. Esiste anche la possibilità di acquistare il biglietto senza visita guidata, ma secondo noi la guida rende l’esperienza ancora più interessante.
Per attraversare il sentiero con la guida occorrono circa 3/4 ore, senza guida potete seguire liberamente il vostro passo. Il percorso è lineare: si parte dall’ingresso Nord (Ardales) e si arriva a Sud (El Chorro). Per tornare al parcheggio situato a nord è disponibile una navetta che potete acquistare anche in fase di prenotazione online del biglietto.
Attualmente il Caminito è chiuso al pubblico a causa dell’emergenza Covid e riaprirà il 12 giugno. Nel frattempo, è disponibile un tour virtuale al sito:
http://www.caminitodelrey.info/en/tour360/?rec=0-kiosko-parada-bus2h







Spunti per scalatori
Per gli appassionati di arrampicata sportiva, vi vogliamo segnalare la presenza di numerose falesie nei dintorni. Le più famose sono:
- Desplomlandia, a nord de El Chorro nella zona dei laghi, presenta 135 vie con difficoltà da 5a a 8b;
- El Makinodromo, sul versante est della gola dei Gaitanes, ha 92 vie con difficoltà da 5a a 8c+;
- Frontales-Poema de Roca, a nord est di El Chorro, è composta da 27 vie con difficoltà da 4a a 8c+;
- Las Encantadas, formata da 36 vie con difficoltà da 4c a 8b.
Per maggiori informazioni vi consigliamo di consultare questa guida molto accurata.

Cascata di Massello – Colle dell’Albergian
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