
I vini toscani e l’arte del Sangiovese
La Toscana, con i suoi bellissimi paesi medioevali che svettano sulla cima delle colline, è ormai famosa in tutto il mondo per i suoi pregiati vitigni, primo tra tutti il Sangiovese, dai quali nascono vini eccezionali!
Fortunatamente questa regione è riuscita a mantenere nel corso degli ultimi 50 anni un aspetto rurale, limitando la cementificazione sregolata e la massiva industrializzazione che ha colpito molte altre aree italiane. Grazie a questa attenzione la Toscana è riuscita ad apparire in maniera universale come un’immagine di bellezza naturale ricca di ottimi prodotti agroalimentari, in primis il vino!
Quindi come si fa ad andare in Toscana senza passare dalle sue terre da vino?
Oggi vogliamo quindi portarvi a scoprire alcune importanti aree enologiche che hanno dato origine a cinque vini DOCG: il Chianti Classico, la Vernaccia di San Gimignano, il Brunello di Montalcino, il Vino Nobile di Montepulciano e il Morellino di Scansano.
Confrontiamoli insieme!
Chianti Classico
La prima tappa che vi proponiamo si trova a Nord di Siena. Stiamo parlando dell’eccezionale territorio del Chianti Classico, 6.500 ettari di colline in cui viene coltivato il prezioso vitigno Sangiovese. Dalle sue uve ogni anno vengono prodotte circa 30 milioni di bottiglie che vengono commercializzate in tutto il mondo!
Essendo un’area molto vasta noi ci siamo diretti verso il suo cuore pulsante composto da tre borghi storici: Castellina in Chianti, Radda in Chianti e Gaiole in Chianti. Nel 1384 questi tre borghi amministravano infatti la Lega del Chianti, un’alleanza militare creata da Firenze a scopo difensivo.
E pensate un po’, il simbolo della Lega era il Gallo Nero, immagine che oggi viene impressa su tutte le bottiglie di Chianti Classico.

Essendo un’area molto vasta, il Chianti Classico non ha un’uniformità organolettica. Inoltre i sentori del vino cambiano in quanto non tutte le aziende usano esclusivamente il vitigno Sangiovese. Infatti ogni cantina tende a sperimentare diverse miscele con uve di altri vitigni per distinguersi e apparire sul mercato. Tra i vitigni secondari più utilizzati si possono trovare il Cabernet Sauvignon, il Merlot, il Canaiolo e il Colorino. Alcune aziende hanno anche adottato nuove tipologie di invecchiamento del vino, sono un esempio l’utilizzo di piccole botti di legno francese o delle grandi botti di rovere di Slavonia.
In ogni caso, il Chianti Classico deve prevedere un affinamento minimo di un anno prima della sua commercializzazione, 24 mesi per la tipologia “Riserva” e 30 mesi per la “Gran Selezione”.
Il Chianti Classico è un vino di un bel colore rosso rubino, molto profumato, che possiede un’ottima complessità e longevità. Il suo sapore asciutto è ricco di aromi di sottobosco, ma man mano che il tempo passa acquista note più morbide e migliora la sua struttura. Può essere abbinato a carni rosse, ma anche a primi piatti a base di tartufo o altri condimenti dal gusto deciso. La selvaggina invece è accompagnata molto bene dal Chianti Classico Riserva, il quale ha un sapore decisamente più strutturato con note legnose.
Vernaccia di San Gimignano
Leggermente più ad est, nella sinuosa Val d’Elsa spicca per la sua bellezza e importanza storica il borgo medievale di San Gimignano. Nell’area di questo comune vengono prodotte ogni anno più di 5 milioni di bottiglie di Vernaccia. Già a partire dal XIII secolo veniva praticata la viticultura di questo vitigno con ottimi risultati. Lo sapeva bene Dante, che nel Purgatorio incontra Papa Martino IV intento a scontare i suoi peccati di gola causati proprio dalla Vernaccia di San Gimignano.
Si tratta di un vino bianco piuttosto sapido marchiato DOCG che si distingue in due tipologie: di base e riserva. Per ottenere il titolo di “riserva” la Vernaccia di San Gimignano viene lasciata ad affinare in bottiglia per almeno 11 mesi, quindi fino al novembre successivo alla vendemmia. In questo modo si riesce a migliorare la sua complessità e finezza che nei suoi primi mesi di vita tendono a mancare.
Il suo colore giallo paglierino è dotato di riflessi d’orati che aumentano con l’invecchiamento. È un vino fresco e corposo, dotato di una spiccata acidità e di leggere note di mandorle amare. Generalmente può essere utilizzato per un eccellente aperitivo o per accompagnare piatti di pesce e carni bianche.

Brunello di Montalcino
Quando abbiamo deciso di andare a visitare la Val D’Orcia una delle prime scelte che abbiamo preso è stata quella di cenare a Montalcino. Perché? Beh, ovvio. Qui si può assaggiare uno dei vini storici più buoni prodotti in Italia, il Brunello di Montalcino.
Se poi aggiungiamo che il Brunello è l’unico vino italiano prodotto da monovitigno in grado di competere per longevità e qualità con il Barolo, prodotto vicino a casa nostra (nelle Langhe), questa tappa acquista quasi un sapore di sfida!
Negli ultimi 150 anni questo vino pregiato si è affermato come uno dei vini più ricercati a livello mondiale. La famiglia che ne ha dato i natali fu Biondi Santi. In particolare, grazie al farmacista Clemente Santi furono sviluppate nuove tecniche di invecchiamento che permisero di generare questo vino longevo ottenuto vinificando in purezza il Sangiovese. Nel1932 Ferruccio Biondi Santi, nipote di Clemente, fu nominato l’inventore del Brunello da una Commissione Interministeriale che studiò la regione del Chianti e di Montalcino.
Oggi il Brunello di Montalcino deve essere sottoposto a una lunga maturazione in cantina per ottenere il suo titolo. Durante questo periodo temporale viene lasciato ad invecchiare dentro botti di rovere (almeno 2 anni) e ad affinare esclusivamente in bottiglie di tipo bordolese. La sua commercializzazione può iniziare dal 1° gennaio del quarto anno successivo alla vendemmia, mentre per la tipologia riserva è necessario attendere un anno in più.
In questo modo si ottiene un vino longevo, molto strutturato, con profumi intensi che richiamano il geranio, la ciliegia e molte altre spezie. Da sottolineare è la media acidità di questo vino che tende a diminuire con l’invecchiamento. Stesso discorso vale per la presenza di tannino: quanti più anni ha la bottiglia di Brunello che stiamo bevendo più diminuisce il sentore astringente dovuto a questa sostanza chimica presente nelle piante.
Piccola digressione va fatta per il Rosso di Montalcino Doc. Anch’esso viene prodotto nel territorio ilcinese, che fa capo a Montalcino, a partire però dalle uve provenienti dalle viti di Sangiovese più giovani d’impianto. In questo modo vengono utilizzati i vitigni di Sangiovese più maturi solo per il Brunello.
Altra differenza è il periodo di affinamento. Secondo il disciplinare del Rosso di Montalcino infatti, tale periodo ha una durata di un solo anno, del quale sei mesi in botte. Si ottiene così un vino più fresco e con note meno marcate che permette ai produttori di monetizzare parte del loro investimento prima di ottenere il più pregiato Brunello di Montalcino.

Vino Nobile di Montepulciano
Per scoprire le terre del Vino Nobile dobbiamo spostarci da Montalcino verso ovest, e più precisamente verso il confine con l’Umbria. Qui si estende il comune di Montepulciano, un’area calda con un terreno più argilloso rispetto agli altri territori. È proprio questa caratteristica del suolo che rende il Vino Nobile unico nel suo genere!
Il terreno argilloso infatti permette di ottenere un vino molto strutturato, ricco di gusto e di tannino.
Noi abbiamo visitato in un’unica giornata Montalcino, Pienza e Montepulciano. Ma dobbiamo ammettere che la Val d’Orcia è un territorio magico da ammirare con calma. Quindi se avete più tempo godetevi ogni angolino, panorama e osteria che trovate tra queste colline.
Il titolo Docg è stato conferito al Vino Nobile di Montepulciano solo nel 1980, tuttavia si tratta di uno dei vini più antichi della Toscana. Per produrlo è necessario utilizzare il vino Sangiovese, qui chiamato Prugnolo Gentile, per almeno il 70%.
Da parte nostra vi consigliamo caldamente di fare una degustazione nella vicina Pienza, la città del pecorino, chiedendo all’oste di accompagnare il tagliere con una bottiglia di buonissimo Vino Nobile di Montepulciano. Ci ringrazierete nei commenti!

Morellino di Scansano
Una particolarità che ci ha molto colpito di questi vini toscani è il loro nome. Infatti se ci fate caso tutti fanno riferimento al borgo o alla zona in cui vengono prodotti. Probabilmente perchè derivano tutti dalla coltivazione del Sangiovese, ma sicuramente questo aspetto ci semplifica molto la loro geolocalizzazione!
Per scoprire il Morellino dobbiamo fare un salto verso il sud della regione, nella Maremma Toscana. Noi abbiamo abbinato la veloce sosta a Scansano (fatta unicamente per rifornirci di Morellino) alla giornata trascorsa alle terme di Saturnia e ai vicini borghi del tufo: Sovana, Sorano e Pitigliano. Quest’ultimo è probabilmente il borgo più bello che abbiamo visto nel nostro on the road della Toscana.
Il Morellino, a differenza degli altri vini appena descritti, viene prodotto in un’area più calda e più vicina al mare. Questo aspetto geografico permette ai grappoli d’uva di maturare perfettamente. Si ottiene così un vino fruttato facile da apprezzare anche nell’immediato. In gergo tecnico si dice che il Morellino ha un’elevata bevibilità.
Per produrre il Morellino di Scansano Docg è necessario utilizzare uve di Sangiovese, anche se è permessa l’integrazione con altre tipologie di vitigni a bacca nera fino a un massimo del 15%. Sono un esempio l’utilizzo di vitigni tradizionali come il Colorino, il Cannaiolo, la Malvasia ma anche altri vitigni internazionali quali il Syrah e il Merlot.

Degustazione a casa!
Dopo questa descrizione dei più famosi vini toscani vi invitiamo a fare una prova di degustazione casalinga. Solo assaggiandoli infatti riuscirete a distinguere le diverse sfumature di sapore che si nascondono dentro queste bottiglie.
Assaggiate in sequenza la Vernaccia, il Morellino, il Chianti Classico, il Vino Nobile e per ultimo il Brunello. Assaporate come cambia l’acidità del vino e le sue note astringenti dovute alla presenza di tannino. Ricercate i sapori del sottobosco, delle spezie e delle note legnose; spesso nelle etichette dei vini vi è scritta qualche indicazione a riguardo.
Ricordatevi di mangiare qualche cosa mentre fate gli assaggi, basta un po’ di pane e dell’acqua per sciacquare il bicchiere. Chiudete gli occhi, immaginate di essere in una cantina storica tra le vigne e buona degustazione!
Non dimenticatevi di scrivere nei commenti le vostre impressioni e quale vino avete apprezzato di più!

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Un commento
Anna Pellagrino
Tutti ottimi ma da degustare a casa o in cantine se ti fai accompagnare da un astemio. 😅😂😜