i borghi del tufo, Pitigliano
Italia

I Borghi del Tufo: Sorano, Sovana e Pitigliano

L’entroterra toscano offre una variegata scelta di splendidi paesaggi: tutti conosciamo le dolci colline del Chianti e gli scenari della Val d’Orcia, fonte d’ispirazione di numerosi pittori rinascimentali. Oggi vogliamo parlarvi, però, di un’area meno conosciuta, ai confini tra la Toscana e il Lazio. Qui sorgono i cosiddetti Borghi del Tufo, caratteristici perché incastonati nella roccia. Questi paesaggi ci hanno ricordato Setenil de las Bodegas (il paese all’ombra delle rocce) che ci aveva colpiti nel nostro viaggio in Andalusia. Se vi interessa fare un confronto potete leggere il nostro articolo cliccando QUI.

Questi paesini sono la testimonianza di diverse epoche storiche: dopo aver passeggiato fra i vicoli di un borgo medievale, ci si può ritrovare nelle suggestive Vie Cave costruite dagli etruschi. Non per niente, Sorano, Sovana e Pitigliano fanno parte della lista dei Borghi più belli d’Italia

Inoltre, le caratteristiche del suolo hanno reso questa zona il posto ideale per delle cantine scavate nel sottosuolo. Il tufo infatti è una roccia vulcanica morbida, cioè facilmente lavorabile. Questo ha facilitato la conservazione di alimenti, vino e olio.

Sorano

Sorano, i borghi del tufo

La nostra visita dei borghi del tufo è iniziata da Sorano, un antico borgo che sembra essere stato modellato nella roccia. L’abitato è dominato dalla poderosa fortezza realizzata dagli Aldobrandeschi e successivamente ampliata dai conti Orsini. Al suo interno ospita il Museo del Medioevo e del Rinascimento, contenente alcune opere in ceramica recuperate a Sorano, a Sovana e nei paesi limitrofi. Altre mura visibili da lontano sono quelle del Masso Leopoldino, una terrazza panoramica fortificata.

È piacevole perdersi fra le vie di questo borgo, che sembra catapultarci in un’altra epoca. È un dedalo di vicoli, scale, piccoli archi, logge panoramiche e cortili. Un vicolo dopo l’altro, ci ritroviamo a scendere sempre più in basso, fino ad arrivare ad un bosco ricco di profonde gole scavate nella roccia: siamo nella Via Cava di San Rocco.

Le vie Cave sono gigantesche strade di collegamento scavate nel tufo che collegano tutta l’area delle necropoli etrusche. All’epoca avevano uno scopo difensivo: il nemico che si fosse avventurato nei canyon di tufo non aveva la possibilità di difendersi dagli attacchi provenienti dall’alto. Sarebbe infatti stato obbligato a seguitare circondato dalle pareti a strapiombo, umide e odoranti di muschio, dove talvolta la vegetazione poteva impedire la vista del sole.

Teoricamente, partendo dalla Via Cava di San Rocco è possibile raggiungere Sovana e altre frazioni montane. Noi ci siamo addentrati fino ad un certo punto e poi siamo tornati alla macchina, per raggiungere in breve tempo Sovana, in modo da poter visitare tutti i borghi del tufo prima del tramonto.

Sovana

Prima di avventurarci nel paese ci siamo fermati al Frantoio di Sovana, dove il proprietario ci ha mostrato un video che illustrava il processo di coltivazione e lavorazione delle olive. Dopo una degustazione di vari tipi di olio, classici e aromatizzati con sapori diversi, abbiamo comprato una tanica di olio e un botticino di olio al limone. Se passate da queste parti fermatevi ad assaggiare questi oli deliziosi, non ve ne pentirete!

Sovana è un piccolissimo borgo medievale, formato essenzialmente da due vie: una conduce alla cattedrale e l’altra ai resti dell’antico castello. Consigliamo assolutamente una visita al Duomo, che all’interno ha una cripta del II secolo. Il Duomo di San Pietro è infatti uno splendido esempio di architettura romanica e gotica ed è considerato uno tra i più importanti monumenti medievali del patrimonio architettonico dell’intera Toscana.

Nella piazza centrale si affacciano bellissimi edifici storici, tra cui il palazzetto dell’orologio e la chiesa di S. Maria (XII secolo) contenente un ciborio del IX-X secolo.

Anche qui passeggiando tra i vicoli vi sembrerà di essere nel medioevo e resterete affascinati dai numerosi artigiani locali all’opera nelle botteghe.

Fuori dal centro storico, Sovana ospita anche il Parco Archeologico “Città del Tufo”. La parte più imponente della necropoli etrusca è raggiungibile in pochi minuti tramite la Strada Provinciale. Sulle colline oltre il torrente Calesine ci sono diversi percorsi immersi nella vegetazione che conducono alle tombe monumentali a fronte colonnata come la Tomba Ildebranda e le tombe a edicola del Tifone e dei Demoni Alati. Qui avrete anche la possibilità di avventurarvi nelle vie cave Poggio Prisca e Il Cavone.

Pitigliano

L’Acquedotto Mediceo è una delle costruzioni più caratteristiche di Pitigliano. A dispetto del nome, questa struttura per l’approvvigionamento idrico fu commissionata dagli Orsini, anche se poi fu proseguita in epoca medicea. Sulla testata dell’acquedotto si trova la Fontana delle Sette Cannelle, in passato utilizzata come fontana pubblica. A pochi passi si può visitare Palazzo Orsini, nato come convento religioso e acquistato dagli Aldobrandeschi che lo fortificarono trasformandolo in una Rocca. In seguito, divenne la residenza della famiglia Orsini. Nel cortile del palazzo è presente un pozzo di epoca rinascimentale, abbellito con decorazioni in bassorilievo raffiguranti la casata dei conti Orsini.

Dopo aver esplorato questa zona, ci siamo addentrati nei vicoli del centro storico. Il borgo è noto come la Piccola Gerusalemme perché dal XVI secolo ospitò una folta comunità ebraica, di cui si può ancora osservare la testimonianza in diversi punti della città. I conti Orsini, governatori della Contea, avevano donato al medico della famiglia, ebreo, il terreno per edificare il cimitero e la sinagoga. Tuttavia quando, verso la fine del XVI secolo, Niccolò IV Orsini cedette la fortezza ai Medici, ci fu un notevole cambiamento. Risale a quel periodo, infatti, l’istituzione del ghetto ebraico a Pitigliano, ancora oggi visitabile nel centro della città.

Per cena vi consigliamo di prenotare, perché fra i borghi del tufo è forse il più gettonato. Noi abbiamo scelto un’enoteca vicino alla Fontana delle Sette Cannelle, proprio sopra l’acquedotto. Se siete amanti dei vini corposi e profumati vi consigliamo di assaggiare il Malbec Vie Cave prodotto dalla fattoria Aldobrandesca. Anche se è un vitigno insolito nel panorama enologico italiano, il Malbec trova nella Maremma vulcanica di Sovana un terroir di elezione. La conservazione prevede invecchiamento di 10 mesi in botti di legno e affinamento di 14 mesi in bottiglie di vetro.

È ora di tornare a casa, ma ci fermiamo un’ultima volta al belvedere per ammirare ancora Pitigliano. Di notte il borgo è ancora più bello: le luci della città e della luna lo fanno sembrare sospeso nel vuoto, come un luogo magico.

Pitigliano

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