
A spasso per Siena: un weekend di meraviglie
Da secoli Siena sembra vivere sui suoi tre colli distaccata dal mondo che la circonda. Chiusa all’interno delle sue mura che ricordano il periodo conflittuale con l’acerrima nemica Firenze, questa città conserva il suo aspetto e le sue tradizioni medioevali. E proprio grazie al suo aspetto e alle sue radici culturali, Siena è stata eletta Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 1995.
I bastioni sono stati costruiti tra il XIV e il XVI secolo e i vari angoli della città sono collegati da tre strade principali che formano una Y al cui centro sorge Piazza del Campo. Il periodo di massimo sviluppo architettonico e artistico della città coincise con gli anni movimentati dalle battaglie con Firenze. La città si arricchì con meravigliosi monumenti come il Duomo, il Palazzo Pubblico e la Torre del Mangia. Lo stile gotico della città è ancora oggi visibile attraverso il largo utilizzo dell’arco senese il quale, portato in città dall’oriente attraverso le Crociate, è stato utilizzato fino al Rinascimento.
Una particolarità di Siena è quella di essere il primo comune d’Europa ad aver chiuso il centro storico al traffico. È infatti possibile passeggiare liberamente tra le strade acciottolate dal 1966.
Oltrepassando quindi le mura di Siena sembra di fare un tuffo nel passato. Le strade prive di veicoli a motore e dall’aspetto medievale sono colorate dalle bandiere delle 17 contrade. Tra i vicoli si scoprono osterie e taverne dall’aspetto antico che conservano i sapori di un tempo e la sera può capitare di imbattersi in gruppi di contradioli che intonano inni osannando la propria casata.

Arrivando da Firenze, abbiamo iniziato la nostra visita al centro storico di Siena entrando da Porta Camollia, una delle più antiche porte senesi. Grazie alla sua posizione strategica sulla Via Cassia, verso Firenze, è da sempre la porta più difesa e più temuta della città. Il suo nome è strettamente legato alla leggenda della fondazione di Siena. Nel VII secolo a.C. Romolo avrebbe, infatti, inviato qui il condottiero Camullio, per catturare i nipoti Senio e Ascanio. Camullio, giunto in questo punto, stabilì il suo accampamento. Sull’arco esterno della porta, un’iscrizione ricorda l’entrata a Siena di Ferdinando I de’ Medici: “COR MAGIS TIBI SENA PANDIT”: Siena ti apre un cuore più grande (di questa porta).
La leggenda collegata alle vicende di Roma spiega anche il motivo per cui in molti angoli della città si possono notare molti richiami alla Lupa Capitolina, la quale è anche il simbolo di una delle contrade. Senio e Ascanio infatti, fuggiti verso Nord dopo l’uccisione del padre Remo, arrivarono in Toscana e fondarono Sena Julia e la vicina Ascanio. Come buon auspicio per la fondazione della città Senio fece accendere una pira dalla quale scaturì una nuvola di fumo metà bianca e metà nera. Questo episodio ispirò lo stemma di Siena, uno scudo medievale dai colori bianco e nero.


Una volta imboccata Porta Camollia, vi ritroverete in pieno centro storico di Siena, precisamente nella Contrada dell’Istrice. Il centro storico di Siena è formato da 17 contrade che custodiscono in maniera gelosa il proprio territorio. Infatti, i confini tra le fazioni sono segnati dai vari stemmi, murati come il nome delle vie. Pensate che in occasione della festa del Santo Patrono, detta Festa Titolare in quanto ogni contrada ha il suo, vengono fatte le ricognizioni dei confini! I vari rappresentanti delle diverse fazioni si incontrano al confine con al proprio seguito di sbandieratori e di percussionisti facendo valere il proprio diritto su quell’area.
Per noi turisti tutti questi significati sono solo un accattivante motivo folcloristico, ma per i senesi è qualcosa inciso nel DNA. Pensate che ci hanno spiegato che, durante i giorni del palio, moglie e marito, se appartenenti a contrade diverse, tornano dalle rispettive famiglie per evitare spiacevoli battibecchi. Incredibile!
Se volete potete divertivi andando a cercare sugli angoli degli edifici tutti i simboli delle varie contrade, in questo modo girerete piacevolmente anche tutto il centro storico.

Ovviamente il cuore pulsante della città è Piazza del Campo, e non so che effetto farà a voi, ma quando siamo entrati nella piazza passando attraverso vicolo S.Pietro non potevamo credere ai nostri occhi.
Piazza del Campo è magnifica e a stento si riesce a capire come qui possa essere corso il Palio di Siena. Infatti la piazza più che un ippodromo sembra un anfiteatro il cui palcoscenico è il maestoso Palazzo Pubblico!
Questa piazza è famosa per la sua forma a conchiglia con nove spicchi e, essendo il punto di incrocio di tre colline, la sua superficie non è piana ma leggermente in discesa. Lungo tutti i lati della piazza ci sono molti localini e negozietti carini che fanno capire come questa cittadina sia molto viva, mentre nel centro i ragazzi si siedono per terra a chiacchierare e divertirsi.
I nove spicchi della piazza ricordano il famoso Governo dei Nove, una delle principali Magistrature della Repubblica di Siena, rimasto in carica fino al 1355. Durante quel periodo Siena conobbe il suo massimo splendore: furono edificati molti palazzi prestigiosi, iniziarono i lavori del Duomo, vennero completate gran parte delle mura e Piazza del Campo venne lastricata (a questo punto avrebbe dovuto cambiare nome ma i senesi continuarono a chiamarla così).
Una curiosità dei palazzi trecenteschi della piazza è che non possiedono balconi. Infatti secondo una regola dell’epoca gli edifici potevano avere solo finestre bifore o trifore. Quindi i pochi balconi presenti sono stati costruiti in un secondo momento.
Al centro della piazza risalta la fonte Gaia, una vasca le cui decorazioni furono commissionate nel 1409 a Jacopo della Quercia. Il nome della fonte si deve alla gioia che il popolo ebbe quando nel 1346 iniziò a zampillare dell’acqua dal suolo, fu fin da subito simbolo di ricchezza e prestigio. La verità è che già in quel periodo Siena possedeva un importante sistema idrico di circa 25 km, ancora oggi esistente, che trasportava l’acqua in città dalle campagne. Un’altra fonte che merita una visita è la Fonte Nuova d’Ovile. Ma non fatevi ingannare dal nome, la sua costruzione è stata completata nel 1303.


Oh quant'è bella la Piazza di Siena
circondata dai dieci fantini,
vanno alla mossa son dieci assassini,
suonano le ventiquattro
e tu sei l'idolo del mio cuor.
Canto popolare senese
L’attenzione in Piazza del Campo è sicuramente catturata dal Palazzo Pubblico, conosciuto anche come Palazzo Comunale. A nostro parere meritano assolutamente una visita le sale interne del palazzo facenti parte del museo civico. Attraverso i bellissimi affreschi e le raffinate decorazioni presenti nella Sala del Mappamondo e nella Sala dei Nove si riesce a riscoprire la storia della città e l’importanza che hanno avuto i nove Signori della Repubblica di Siena.

Altra attrazione da non perdere, COVID-19 permettendo, è la Torre del Mangia, oggi diventata un altro simbolo inconfondibile di Siena. Alta 102 metri di altezza, dalla torre è possibile ammirare il paesaggio che si estende tutto intorno alla città. Purtroppo nel fine settimana in cui abbiamo visitato Siena la torre era chiusa al pubblico e ci siamo dovuti accontentare di ammirare le bellezze della piazza seduti alla sua ombra.


La città è piena di edifici storici di inestimabile valore, ma tra tutti una tappa la merita sicuramente Palazzo Salimbeni, oggi sede della Banca Monte dei Paschi di Siena, l’istituto di credito più antico al mondo ancora in attività.
La banca è stata fondata nel 1472 con il nome di Monte di Pietà con lo scopo di soccorrere la classe più disagiata della città di Siena e frenare la pratica dell’usura. Con il passare dei secoli e il susseguirsi dei cambiamenti politici, come l’annessione della città al Granducato di Toscana e infine l’unità d’Italia, la banca ha saputo adattarsi riuscendo ad estendere la sua attività a tutta la penisola italiana.
Il Palazzo Salimbeni, il cui unico accesso è situato nell’omonima piazza, è compreso tra il Palazzo Tantucci (costruito a metà del 500) a sinistra e il Palazzo Spannocchi (già progettato a fine 400) a destra. È stato edificato nel XIV secolo per ampliare il castellare della famiglia Salimbeni. Passeggiando dietro il palazzo, dalla piazza della Chiesa di San Donato, si può infatti notare il muro e una torre risalenti al periodo medioevale.
In centro a piazza Salimbeni è presente la statua di Sallustio Bandini, religioso, politico ed economista italiano della prima metà del ‘700. Da studioso e amante della cultura, Sallustio raccolse nel corso della sua vita talmente tanti libri e manoscritti da creare una biblioteca importante che dono alla città di Siena nel 1759, un anno prima della sua morte. La Statua è opera di Tito Sarrocchi, scultore italiano che realizzò anche alcune integrazioni della fontana di Piazza del Campo.


Altra attrazione turistica da non perdere in un fine settimana a Siena è sicuramente il Duomo.
Nella piazza omonima sorge un grandioso esempio di cattedrale romanico-gotica italiana che presenta una struttura a croce latina, una cupola non molto sporgente e un campanile. Già dall’esterno, il Duomo è di una bellezza impressionante e si rimane profondamente colpiti dall’effetto pittorico delle decorazioni: blocchi di marmo bianco alternati a strisce più sottili nere/verdastre.
Come si può notare, sul lato destro dell’edificio sorge un muro imponente con una porta di dimensioni colossali. Si tratta di un progetto di ampliamento del Duomo mai terminato in quanto nel 1348 la peste bloccò i lavori di costruzione. L’intento era quello di realizzare la cattedrale più imponente d’Europa, ma in seguito alla pandemia il Governo senese non si riprese più.
Entrando nella cattedrale, lo sguardo è subito catturato da innumerevoli contrasti: dai pannelli colorati sul pavimento, alle fasce di marmo bianche e nere sulle pareti fino alle stelle dorate sul soffitto a volta dipinto di blu.
La cattedrale conserva un’enorme quantità di capolavori di ogni epoca, ma l’opera che risulta per più versi eccezionale è sicuramente il pavimento. Questo è infatti completamente ricoperto da un mosaico marmoreo considerato uno dei più ornati e ricchi d’Italia. Descritto da Giorgio Vasari come “il più bello…, grande e magnifico pavimento che mai fosse stato fatto”, fu realizzato fra il XIV e il XVI secolo da numerosi artisti. Le scene più antiche sono realizzate con una tecnica a graffito che prevede l’incisione di piccoli buchi e linee nel marmo, successivamente riempiti con bitume. I pannelli più recenti contengono invece intarsi di marmo bianco, verde, rosso e blu. Per ragioni di conservazione, gran parte dei pannelli sono inaccessibili al pubblico, ma per poche settimane all’anno l’intero pavimento viene scoperto, permettendone la visita. Quest’anno la scopertura del pavimento avverrà dal 17 agosto al 7 ottobre.

Un altro capolavoro che ha catturato la nostra attenzione è il magnifico pulpito in marmo di Carrara, realizzato da Nicola Pisano tra il 1265 e il 1268. Si tratta dell’opera più antica contenuta nella cattedrale, è espressione dello stile gotico nordico pur mostrando influenze classiche. Il pulpito, di base ottagonale, presenta nove colonne di granito, porfido e marmo verde. Quattro colonne poggiano su una base quadrata, due sono sorrette da leoni e due da leonesse. La colonna restante, quella centrale, poggia su un gruppo di piccole statue che raffigurano le Arti Liberali e la Filosofia. Altre piccole statue separano gli archi trilobati: sono le Virtù Cristiane. Inoltre, attraverso le raffigurazioni degli Evangelisti e dei Profeti, gli artisti hanno voluto annunciare il Giudizio Universale e la Salvezza dell’umanità.
Le altre opere degne di nota all’interno del Duomo di Siena sono il San Pietro, scolpito da Michelangelo in giovane età e il Banchetto di Erode, opera di Donatello e a tratti del Bernini.
Alle spalle del Duomo si trova il Battistero, al cui interno sono conservati tesori artistici di inestimabile valore: la fonte battesimale di Jacopo della Quercia e le e opere di Donatello, Lorenzo Ghiberti e Lorenzo di Pietro.
I due edifici sono collegati da una ripida scalinata in cima alla quale è incisa una croce su uno scalino. Si dice che in quel punto il diavolo spinse Santa Caterina, la quale cadendo si ruppe i denti. Quindi fate attenzione scendendo la scalinata, non si sa mai!
Dove mangiare a Siena
Se avete visitato tutte queste meraviglie architettoniche e artistiche sicuramente si sarà fatta sera e arriva il bellissimo momento di gustare le specialità tipiche toscane.
Qui di seguito vogliamo consigliarvi alcuni ristoranti, alcuni dei quali li abbiamo provati in prima persona mentre altri ci sono stati consigliati da abitanti senesi. Cliccando sul nome dei vari ristoranti potrete accedere direttamente ai loro siti e scegliere quale più vi ispira. Il posto che maggiormente ci ha colpiti, soprattutto per la simpatia del proprietario che serviva ai tavoli, è il Boccon del Prete. Qui ci hanno consigliato dove andare a comprare una buona bottiglia di Brunello di Montalcino tra le colline del Chianti, ma questa è un’altra storia che vi racconteremo in futuro! Buon appetito!
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